Psicologia

L’alimentazione nei bambini

Consigli pratici per genitori di bambini tra i 0 e i 12 mesi

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Quando parliamo di alimentazione non ci riferiamo al semplice atto della nutrizione, bensì a quell’insieme di aspetti pratici, culturali, relazionali ed emotivi che coinvolgono il bambino e i genitori prima e durante il momento della pappa.

Pensiamo alle prime interazioni madre-bambino che si hanno con l’allattamento, cioè la primissima esperienza che consente al neonato di entrare in contatto con il mondo. Parliamo di una relazione in cui la madre non allatta semplicemente il proprio bambino, lo abbraccia, gli sorride, lo sostiene o lo disapprova con lo sguardo, gli parla attraverso il linguaggio verbale e pre-verbale.

Si sviluppa una vera e propria relazione alimentare, caratterizzata da importanti aspetti emotivi, affettivi, comunicativi e cognitivi strettamente connessi alla nutrizione.

In quest’ottica, risulta di fondamentale importanza la capacità della mamma di sintonizzarsi affettivamente agli stati d’animo e ai bisogni del bambino, così da riconoscerli e soddisfarli adeguatamente.

Tale scambio, se nei primi mesi caratterizza l’allattamento, successivamente va a definire il complesso momento dello svezzamento. Una fase successiva, caratterizzata da nuove esigenze, da un bambino che cresce e da una vera crisi relazionale, data da una prima vera separazione dalla madre.

In questa fase, momento in cui emerge e si struttura anche il carattere del bambino, risulta importante non utilizzare il cibo come strumento (punizione o premio). Fondamentale, inoltre, controllare le emozioni legate al pasto e dare, da parte dei genitori, un buon esempio alimentare.

8 consigli pratici per i genitori:

  1. Durante la fase dell’allattamento, non rispondere sempre al pianto del bambino con il seno (o il biberon). Il rischio è di non sviluppare una buona capacità di riconoscere e, soprattutto, soddisfare i propri bisogni.
  2. Con lo svezzamento, non preoccuparsi se il bimbo non mangia tutto. Sta scoprendo un nuovo mondo! È importante lasciare spazio e non insinuare l’idea di essere “bravi” solo se si finisce la pappa.
  3. Far sperimentare e conoscere il cibo nelle sue caratteristiche. È importante che il bambino possa toccare e giocare con il cibo, scoprire colori, odori e consistenze.
  4. Il momento del pasto deve essere un momento conviviale, dedicato al cibo e alla relazione che lo caratterizza. È preferibile mangiare tutti insieme e con la televisione spenta.
  5. Evitare che il momento del pasto diventi un teatro di scontri e conflitti. Un genitore può incontrare difficoltà e può sentirsi frustrato e innervosito, ma è importante gestire quelle emozioni. Un buon genitore non si può misurare da quanto e cosa mangia il figlio!
  6. Mostrare accoglienza al figlio quando ha delle difficoltà o manifesta nervosismo. Il momento del pasto deve essere qualcosa di sereno e positivo.
  7. Evitare di usare il cibo come premio o come punizione.
  8. Se si riscontrano delle difficoltà evidenti nei genitori, o sono visibili dei malesseri o dei sintomi nei bambini, è importante rivolgersi ad uno specialista. Il pediatra e lo psicologo possono di certo essere dei punti di riferimento e d’aiuto!

Il benessere del tuo bambino è composto da tanti fattori e impostare da subito un buon rapporto con l’alimentazione è uno di questi.