L'Esperto Risponde

Intervista al Prof. Cesare Gridelli

Come ridurre il rischio di tumori partendo dalle buone abitudini a tavola

condividi

Cesare Gridelli

Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’A.O. “S.G.Moscati” di Avellino

Il Dott. Cesare Gridelli è Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’A.O. “S.G.Moscati” di Avellino”. Dal 2017 è componente del Comitato di Indirizzo e Verifica dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli. Da anni svolge ricerca clinica sul cancro del polmone ed attualmente è impegnato nello sviluppo di nuovi farmaci biologici e immunoterapici. Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica (AIOT) dal 2013 al 2017. Autore di più di 450 pubblicazioni su riviste internazionali. Insignito di numerosi premi nazionali e internazionali tra cui il Premio Internazionale alla carriera della Scuola Medica Salernitana nel 2018 e l’Awards in Geriatric Oncology dell’American Society of Medical Oncology (ASCO) nel 2021. Nel 2013 è stato posizionato al primo posto dall’agenzia statunitense Expertscape tra gli esperti al mondo sul cancro del polmone e riconfermato dalla stessa agenzia nel 2019.

Professor Gridelli ha parlato della possibilità di ridurre il rischio di tumori partendo dalle buone abitudini a tavola, cosa intende?

Purtroppo, circa il 30% dei tumori sono imputabili ad un’alimentazione non corretta. Intendiamo, per essa, un’alimentazione ricca di grassi animali (in particolare provenienti da carni rosse), scarsa di fibre, quindi, con poca frutta e verdura. Inoltre, si mangia troppo sale (andrebbe considerato che il sale è già presente in molti alimenti come, ad esempio, i formaggi e i salumi) e si beve troppo alcool (non bisognerebbe andare oltre i 250 ml di vino negli uomini e la metà nelle donne).

Inoltre, sono importanti anche le modalità di cottura dei cibi e, ad esempio, dovrebbero essere solo occasionali la cottura alla brace (dove la combustione in particolare dei grassi animali produce sostanze cancerogene, gli idrocarburi policiclici) e la frittura (la decomposizione dell’olio produce sostanze nocive).

Cucina vegana, vegetariana o dieta mediterranea, quale ritiene sia lo stile di vita più sano?

Non ci sono ampi studi di confronto tra i diversi tipi di alimentazione ma, diciamo che, tutte determinano una riduzione importante del rischio di tumori, di malattie cardiovascolari e di mortalità rispetto ad una dieta non corretta. È importante però specificare che per la dieta mediterranea non bisogna abusare di carboidrati; quindi, l’importante non è solo cosa mangiamo ma sono importanti anche le quantità.

Alimenti killer, esistono o si può mangiare tutto con moderazione?

Veri e propri alimenti killer non ce ne sono, l’importante è essere moderati. Ad esempio, anche per la carne rossa, di cui prima parlavamo, un consumo moderato stimato in circa 200 gr a settimana non determina particolari problemi.

Presso l’ospedale di Avellino dove svolge la sua attività è presente uno dei pochi ambulatori eredo-familiari del sud Italia, quanto la componente genetica e lo stile di vita incidono sulla possibilità di ammalarsi?

Lo stile di vita è fondamentale e si intende non solo l’alimentazione ma anche ad esempio il “non fumare” (il fumo è responsabile di circa il 30% di tutti i tumori e l’80% dei tumori del polmone) e svolgere attività fisica. Inoltre, ci si sta sempre rendendo conto che molti tumori (in particolare tumori della mammella, dell’ovaio, del colon) hanno una insorgenza legata ad alterazioni genetiche non acquisite a fattori esterni ma trasmessi geneticamente. Quindi è fondamentale riconoscere le famiglie predisposte ed intervenire mediante questi ambulatori specifici che fortunatamente stanno aumentando anche al Sud. Chi è predisposto può essere individuato mediante la storia familiare e l’effettuazione di test genetici su un semplice prelievo di sangue e con la prevenzione si riescono a salvare tante vite umane.

Quando parla di correlazione tra alimentazione e cancro, si riferisce a specifici tumori?

Molti tumori sono collegati ad una alimentazione non corretta ma, in particolare, i tumori dello stomaco e del colon.

Professor Gridelli nei suoi libri parla di quanto l’alimentazione possa essere correlata all’insorgere di malattie oncologiche, ritiene che oggi i pazienti siano consapevoli di questo o c’è ancora ignoranza sul tema?

Purtroppo, vi è ancora molta disinformazione e scarsa consapevolezza del problema. L’obiettivo dei miei libri “In cucina contro il cancro”, “La cucina salvavita” e “Dolci senza rimpianti” è proprio quello di divulgare quanto più possibile queste informazioni. Inoltre, quello che è importante far capire, ed i miei libri lo dimostrano con tantissime ricette, che è possibile seguire un’alimentazione corretta e allo stesso tempo mangiare in modo salutare.

L’alimentazione, probabilmente, parte dall’infanzia, ha dei suggerimenti indirizzati alle famiglie?

Sicuramente la cultura di stili di vita appropriati e quindi anche di una alimentazione corretta deve partire dai bambini e dovrebbe essere radicata nelle famiglie. E dovrebbe essere diffusa nelle scuole. Purtroppo, questo avviene raramente ed è un gran peccato. Oggi nelle terapie antitumorali abbiamo fatto grandi passi in avanti ma purtroppo ancora non risolutivi. Pertanto, la battaglia va combattuta con la prevenzione, sia primaria cioè con la riduzione dei fattori di rischio (quindi anche a tavola), sia secondaria con la diagnosi precoce aderendo ai programmi di screening oncologico.