Rita Loccisano, Calabrese, ma Milanese di adozione crea piatti che vengono definiti delle vere “opere d’arte”. Una visual chef appassionata e che appassiona i suoi studenti ogni giorno con tecniche e creazioni che lasciano senza fiato.
Rita, il termine Visual Chef è ancora poco sentito, ma di cosa si tratta?
“Visual Chef” nasce da un concetto che ho coniato io. Secondo me c’era la necessità di creare un nome per descrivere questa nuova area della cucina in cui si creano i piatti pensandoli per tutti i sensi, soprattutto per quello della vista, che è il primo dei sensi a essere colpito ed è quello che ci fa giudicare se un piatto ci piacerà.
Nel mio lavoro mi rivolgo sia agli amanti della cucina che alle aziende del food.
Per gli appassionati tengo corsi di formazione e webinar. Nel corso degli anni infatti ho raccolto e codificato centinaia di tecniche e strutturato una mia didattica. Inoltre, pubblico idee sui miei canali social per sensibilizzare il pubblico sul fatto che si possono creare composizioni e impiattamenti spettacolari anche a casa.
Con le aziende invece collaboro su più livelli: consulenza, creazione di contenuti con i prodotti dei clienti, showcooking, eventi, plating, allestimenti e così via. Tra i miei clienti ho avuto Autogrill, Val Venosta, Fumagalli Salumi, Mandara, ValFrutta, Hotpoint, Vorwerk Bimby e altri.
Da cosa nasce questa passione, come ti è venuto in mente di diventare una “visual chef”?
Il mio mestiere nasce dalla passione per il bello e dall’amore per il cibo. Tutto è partito da un blog aperto nel 2010, dove postavo tutorial di tecniche di intaglio. Da lì sono passata a sviluppare piatti e tecniche mie e ho iniziato a tenere corsi per appassionati. Poi le aziende di comunicazione hanno cominciato a cercarmi per creare contenuti e tenere showcooking per i loro clienti.
Quel che so è frutto di tanta ricerca e di tanta sperimentazione fatta sul campo, collaborando con aziende, ristoranti, catering e con enti di formazione professionale… mi sono creata un lavoro ad hoc, perché in effetti la mia figura non esisteva prima.
Ho visto cosa mancava in questo settore e ho capito che avevo molto da dire sull’argomento. Sai, credo che ognuno di noi abbia un talento da sviluppare a beneficio degli altri: io ho capito qual è il mio e realizzare il mio potenziale mi rende molto felice.
Il cibo è sicuramente bello nelle tue creazioni, ma è anche buono?
La qualità degli ingredienti e la combinazione dei sapori sono alla base di ogni mia creazione. Vorrei specificare che le mie opere non sono decorazioni o sculture da guardare ma piatti da mangiare e per questo la presentazione non deve mai andare a scapito del gusto.
La mia filosofia è innovativa perché coniuga i valori moderni come velocità di esecuzione e lotta allo spreco alle tecniche di presentazione dei cibi.
Non si rischia di sprecare facendo questo tipo di “cucina”?
Non con le tecniche che ho sviluppato io! Vedi, la gente quando si parla di decorazione pensa all’intaglio delle verdure o alle sculture che si facevano ai tempi del Re Sole. Lì sì, c’era tanto spreco di risorse e serviva una brigata di cucina per servire un piatto “decorato”. Il mio approccio è esattamente all’opposto, tant’è che spesso creo composizioni proprio con quelli che normalmente sono considerati rifiuti, tipo il ciuffo d’ananas che diventa l’alberello di Natale.
Ogni giorno insegni a decine di studenti come fare il tuo stesso percorso, ti piace allora più insegnare o cucinare?
Scelta difficile. Mi piacciono entrambi e mi piace ancora di più fare Ricerca e Sviluppo. Inventare nuove tecniche e scoprire cose nuove. Spero che questa curiosità non mi passi mai!
Rita ci lasceresti una ricetta che i nostri lettori possano provare a casa per appassionarsi a questo tipo di arte culinaria?
Vi lascio il GIRASOLE DI POLENTA, un modo diverso e originale di servire la polenta. Ecco gli step.