La professoressa Colao e la sua proposta per combattere l’obesità
La Professoressa Annamaria Colao, direttrice dell’Unità Organizzativa Complessa di Endocrinologia presso il Policlinico Federico II di Napoli, è un vanto della scienza italiana, infatti è tra le prime dieci scienziate al mondo nella classifica 2023 dell’AD Scientific Index, prima donna Presidente della Società di Endocrinologia, vanta numerosi premi e riconoscimenti internazionali ed è dal 2019 anche titolare della Cattedra Unesco “Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile”. Impegnata in attività benefiche non nasconde le difficoltà dello stato della sanità italiana.
Professoressa lei con il campus della salute effettua visite mediche gratuite in quanto molto attenta alla prevenzione, perché?
Sensibilizzare alla prevenzione è fondamentale, siamo di fronte ad una grande fetta di popolazione che ignora il funzionamento del corpo umano, si lascia vivere ed erroneamente pensa che la medicina sia arrivata ad un tal punto di conoscenza che qualunque cosa accada andando in ospedale si trova la soluzione, ma non è così in quanto la patologia crea nel nostro organismo ferite che non sempre si possono risanare. Dal punto di vista strettamente medico occorre considerare che il corso di studio in medicina è improntato alla cura, alla diagnosi della malattia e al miglioramento della sopravvivenza del malato, invece sarebbe necessario approfondire le tecniche di prevenzione che possiamo distinguere in primaria, secondaria e terziaria. Sarebbe opportuno utilizzare una comunicazione efficace e prevedere nuove tecniche di screening. È impensabile che oggi si utilizzano per alcune malattie le stesse procedure usate negli anni ’60.
Quanto la politica dovrebbe e potrebbe fare al riguardo?
Dovrebbe avere il coraggio di fare quello che va fatto. Ascoltare in primis il Consiglio superiore di sanità che fa proposte vere, mediche, scientifiche. Io sono responsabile della Fism (Federazione italiana delle società scientifiche) e voglio proporre di fare programmi di screening sulle malattie genetiche e metaboliche a cominciare dalle regioni del Sud dove si registrano le percentuali più basse di visite mediche preventive, anche perché il nostro sistema sanitario è regionale e non funziona ovunque allo stesso modo.
Cosa raccomanda per raggiungere e mantenere un benessere psico-fisico?
Attuare uno stile di vita corretto e sano. Non mi stancherò mai di ripetere che per tutelare la nostra salute dobbiamo mangiare sano, fare esercizio fisico, rispettare i bioritmi ed evitare sostanze tossiche.
Professoressa inizia un nuovo anno ed i vari ceppi influenzali e il COVID hanno già colpito migliaia di persone a dicembre, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Il virus è imprevedibile e sono tante le variabili anche soggettive che influenzano il percorso dell’influenza. È verosimile che la popolazione sia un po’ più debole di quella che il virus influenzale trovava prima del covid, in quanto con la pandemia siamo stati con le mascherine ed abbiamo schermato l’arrivo di molti virus per cui il nostro sistema immunitario si è rafforzato poco. La reazione al virus è poi diversa a seconda del nostro stato di salute, se siamo fragili (anziani, patologie del sistema immunitario o oncologiche) è più probabile che il virus porti problemi clinici superiori rispetto a chi è sano, ed è per questo che è sempre consigliabile praticare il vaccino antinfluenzale, un vaccino validato, studiato e sviluppato.
Oggi se avessimo fatto più vaccini antinfluenzali avremmo ospedali meno pieni e non avremmo la necessità di rinviare interventi programmati.
L’obesità ha raggiunto livelli elevati e dal 2019 è considerata una malattia ma cosa ha determinato questo aumento?
L’obesità è una malattia esplosa soprattutto negli ultimi 30 anni. Le abitudini sono cambiate, i social hanno preso il sopravvento, i ragazzi si muovono meno ed evidentemente anche il cibo che mangiamo non è quello di 50 anni fa; l’industria del cibo in questi anni ha cambiato completamente il profilo nutrizionale, che in chi aveva già una predisposizione verso il sovrappeso, ha fatto sviluppare più rapidamente l’obesità.
La Regione Campania è la regione con il più alto tasso di obesità, seguita dalla Sicilia. Non è un caso perché è fortemente legato alla cultura alimentare, che in classi sociali più povere è meno sentita. Come tutte le malattie diagnosticate va curata, ma ad oggi i farmaci per combatterla sono a carico del paziente e sono molto costosi. Eppure se ci rendessimo conto che curando l’obesità potremmo evitare altre malattie, sarebbe un vantaggio per il sistema economico statale.
Professoressa una sua caratteristica è mettere il “paziente” al centro ma concretamente cosa significa questo?
Il paziente va ascoltato non credo possa essere stabilito a priori il tempo da dedicare ad ognuno di loro.
Mi occupo di problemi metabolici, anoressia, bulimia, si tratta di problemi che nascono da lontano, e attraverso il colloquio con il paziente è possibile capirne l’origine, raccontare il loro vissuto può occupare anche un’ora ma è un tempo necessario per approfondire.
Inoltre dedico del tempo anche a verificare, al termine della visita, che il paziente abbia compreso la problematica, in quanto per me solo percependo il problema è possibile seguire correttamente la cura proposta. Devo dire però, sopratutto a difesa dei miei colleghi e dei giovani medici, che la burocrazia, l’intelligenza artificiale e l’imprenditorialità della sanità non consentano di dedicarsi all’ascolto e rendono spesso asettica la visita medica