È un tema delicato e complesso, il fenomeno del suicidio in età adolescenziale negli ultimi due anni ha avuto un tragico incremento. Costituisce la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali, ma soprattutto si evince una tendenza a sottostimare il fenomeno a causa dello stigma sociale.
Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Isabel Fernandez presidente EMDR Italia.
I dati relativi al suicidio sono sempre sottostimati perché è un argomento che sgomenta. Tra le cause di morte, in giovane età, il suicidio è quello che più difficilmente porta ad una elaborazione del lutto fisiologica, in quanto entrano in atto fattori che ne complicano il percorso di elaborazione. è una ferita per gli adulti (i genitori, gli insegnanti) e per i ragazzi. Nella mente di chi resta, rimane l’incredulità, lo shock, ed al di là della morte stessa, è proprio la violenza dell’atto, improvviso e inaspettato, che complica ulteriormente la rielaborazione dell’accaduto. è un gesto che genera sgomento, senso di colpa per non essersi accorti ed il dolore che ne consegue diventa intollerabile e spesso si va alla ricerca di un colpevole o di una responsabilità poiché questo permette di avere un senso di padronanza.
Il problema diventa ancora più complesso quando il suicidio avviene dentro le mura scolastiche: le reazioni emotive sono forti, complesse e coinvolgono tutti, dal preside agli insegnanti al gruppo degli alunni e alle loro famiglie. Gli adulti possono essere spaventati, temere l’emulazione da parte dei loro figli, non sanno spesso se sia più utile parlare di quello che è successo oppure omettere, negando o mettere in atto comportamenti iperprottetivi. La reazione istituzionale può essere differente a seconda della modalità con la quale viene eseguito il gesto, talvolta il dirigente può temere una responsabilità della scuola o una rivalsa da parte dei genitori della vittima e capiamo che a quel punto l’istituzione non è proiettata a proteggere i ragazzi poiché è coinvolta nel trauma e spaventata per le conseguenze legali.
Di fronte ad una situazione così drammatica è indispensabile intervenire il prima possibile per aiutare la scuola a mettere in atto una serie di interventi utili a tutti. Purtroppo, nonostante l’OMS abbia pubblicato nel 2014 un report “Preventing Suicide a Global imperative” con lo scopo di incoraggiare interventi per la prevenzione del suicidio nelle scuole, ad oggi non ci sono interventi di prevenzione strutturati in ogni scuola, così come non esistono interventi per il post.
L’EMDR è un è un metodo terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico che permette non soltanto un lavoro sui traumi già accaduti ma anche un intervento preventivo per favorire il processo naturale di elaborazione da parte del cervello.
“Le scuole arrivano a richiedere l’aiuto da parte dei professionisti in modo autonomo – spiega la dottoressa Isabel Fernandez Presidente EMDR Italia – perché magari una madre conosce il professionista esterno o l’Associazione EMDR, ma spesso l’intervento arriva dopo le 24 ore e non possiamo aiutare l’istituzione nella comunicazione alle famiglie e agli studenti”.
L’importanza dell’intervento nelle prime 24 ore
Generalmente l’intervento in emergenza EMDR avviene dopo un paio di giorni, dopo che il dirigente scolastico e i professori hanno già dato la comunicazione alle famiglie e agli alunni.
“Più il nostro intervento è precoce – prosegue la dottoressa Isabel Fernandez – più possiamo aiutare un flusso di comunicazione efficacie che non rischia di ritraumatizzare. Il nostro primo compito come terapeuti EMDR è di aiutare gli adulti a reggere ad essere solidi per poter aiutare i ragazzi, attraverso interventi psicoeducativi mirati”.
Le prime 24 ore sono importantissime perché è una fase delicata quella della trasmissione della notizie che, assieme alla psicoeducazione sulle reazioni peritraumatiche dell’evento, rimane indispensabile per stabilizzare e normalizzare le reazioni delle persone.
“Dobbiamo aiutare gli adulti a fronteggiare l’evento in modo da essere un valido contenitore emotivo per i ragazzi – evidenzia la dottoressa Fernandez – cosa molto complicata se gli adulti o i docenti sono traumatizzati a loro volta perché magari hanno vissuto un evento simile in famiglia oppure se sono stati presenti e hanno assistito all’accaduto”.
La potenzialità dell’EMDR è forte perché interviene in contesti emergenziali è quello può raggiungere tutta la comunità delle persone attuando interventi di gruppo e singoli.
Cosa Auspichiamo per il Futuro
L’EMDR è uno uno strumento prezioso che può essere applicato anche per rinforzare, attraverso il protocollo EMDR, le risorse negli adulti e nei ragazzi in modo da ampliare quei fattori protettivi che sono utili nella prevenzione suicidiaria. Se l’istituzione scuola diventa in grado di creare un clima di sicurezza, senso di appartenenza e clima positivo rinforza i fattori preventivi esterni che possono proteggere i ragazzi vulnerabili a mettere in atto degli agiti o a manifestare comportamenti patologici. Per concludere ci auspichiamo, per il futuro, un intervento con le scuole più strutturato e non solo sull’urgenza del momento in modo da poter lavorare sul fronte preventivo e sulla riduzione del danno.