L'Esperto Risponde

Intervista al Dott. Andrea Esposito

La bronchiolite

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Andrea Esposito

Pediatra presso il PS e il Reparto dell'UOC di Pediatria e Adolescentologia dell'Azienda Ospedaliera San Pio di Benevento

Il dott. Andrea Esposito attualmente lavora presso il PS e il Reparto dell'UOC di Pediatria e Adolescentologia dell'Azienda Ospedaliera San Pio di Benevento. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di Neonatologo presso Pineta Grande Hospital e di Pediatra presso il Presidio Ospedaliero di Ariano Irpino. Ha conseguito la laurea presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II nel 2013. Specializzato in Pediatria nel 2019, ha maturato un’importante esperienza nel campo dell’endocrinologia pediatrica come dimostrato dalle numerose pubblicazioni internazionali e dalla frequentazione della Scuola di Perfezionamento in Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica. Dopo la Specializzazione ha approfondito l'ambito della Pediatria d'Urgenza come testimoniato dal Master in Emergenze Pediatriche conseguito nel 2022.

Cos’è la bronchiolite?

La bronchiolite è una patologia infettiva caratterizzata da infiammazione dei bronchioli terminali, che sono la parte finale dei bronchi.

È dovuta ad un’infezione da parte di un virus respiratorio. Il virus più frequentemente coinvolto è il Virus Respiratorio Sinciziale, ma sono moltissimi i virus che possono essere responsabili di questo quadro clinico.

Tale condizione colpisce quasi esclusivamente bambini al di sotto dei 2 anni di età, con massima incidenza nel primo anno di vita.

Quali sono i sintomi? 

La storia clinica classica di tale condizione è rappresentata da una fase iniziale con rinite e muco nasale cui segue dopo un paio di giorni la comparsa di tosse insistente e stizzosa cui talvolta possono associarsi episodi di apnea.

Nelle forme severe a questi sintomi si associano i sintomi tipici della difficoltà respiratoria quali l’abbattimento e la difficoltà ad alimentarsi.

È possibile distinguere la bronchiolite da una semplice influenza con tosse?

Distinguere queste due condizioni è difficile perché la tosse è spesso il sintomo principale sia della classica influenza che della bronchiolite.

L’orecchio allenato del pediatra può talvolta distinguere il timbro tipico della tosse della bronchiolite ma solo l’auscultazione toracica permette di riscontrare la presenza dei rumori toracici tipici della bronchiolite.

Tuttavia, è possibile da parte dei genitori monitorare il proprio bambino con tosse per la ricerca dei segni clinici di difficoltà respiratoria che sono rappresentati da: aumento del numero di atti respiratori al minuto (>50-60 nel primo anno di vita); rientramenti (“affossamenti”) al di sotto della gabbia toracica, tra le coste o al giugulo; alitamento (“allargamento”) delle narici durante l’inspirazione; episodi di apnea; difficoltà ad alimentarsi. 

Qual è la terapia?

Non esiste una terapia specifica della bronchiolite.

Il cardine del trattamento è sicuramente rappresentato dalla pulizia nasale che deve essere praticata in maniera corretta e più volte al giorno nonostante la scarsa compliance dei lattanti.

L’aerosol-terapia con soluzioni ipertoniche può essere utile per la fluidificazione dei muchi.

L’aerosol-terapia con farmaci broncodilatatori può essere invece utile in casi selezionati.

Per le forme più severe in cui l’infiammazione compromette la funzionalità respiratoria è invece necessaria l’ospedalizzazione del paziente per un supporto respiratorio di cui esistono vari gradi che vanno dall’ossigeno-terapia all’intubazione con ventilazione meccanica nei casi più severi.

Altro aspetto fondamentale della terapia dei pazienti con forma severe, è il supporto di liquidi, sali minerali e nutrienti per via endovenosa. 

È possibile prevenire la bronchiolite?

La prevenzione è la tappa fondamentale per la gestione della bronchiolite.

Bisogna infatti considerare che molti virus che determinano banali infezioni respiratorie in adulti o bambini più grandi possono portare a tale quadro clinico nei bambini più piccoli.

Pertanto, bisognerebbe evitare il contatto di questi ultimi con adulti o bambini raffreddati, evitare di condurli in luoghi chiusi affollati ed eventualmente fare ricorso all’uso di mascherine per quei contatti che non sono evitabili.  

Molti genitori tendono a cambiare stile di vita, ad evitare contatti e ad uscire, serve fare ciò?

Come ho detto, la prevenzione della bronchiolite è fondamentale quindi credo sia giusto che i genitori mettano in atto degli accorgimenti per evitare l’infezione come evitare contatti con persone raffreddate ed evitare la frequentazione di luoghi chiusi affollati.

Questo non implica però l’impossibilità di fare passeggiate all’aria aperta evitando le ore più fredde ed umide.

Un bambino che ha avuto la bronchiolite che conseguenze avrà in futuro?

Non è possibile rispondere in maniera univoca a questa domanda.

Diversi bambini non hanno nessuna conseguenza a distanza in seguito a tale infezione.

Altri possono sviluppare una maggiore broncosensibilità o broncoreattività che si traduce nella maggiore suscettibilità del bambino a presentare infiammazione dell’albero bronchiale in seguito ad infezioni respiratorie virali.

Mi può raccontare un caso clinico con risvolti positivi?

Mi è difficile al momento identificare un unico caso di cui raccontare, ma posso dirle che nel periodo tra novembre e dicembre 2021, nel reparto di Pediatria dove lavoro, abbiamo ricoverato decine e decine di lattanti con bronchiolite, alcuni con forme più lievi che hanno necessitato solo di aerosol-terapia, altri con forme più severe che hanno necessitato di ossigeno-terapia di durata variabile ed altri che hanno avuto bisogno di un supporto respiratorio maggiore che ha richiesto il loro trasferimento in terapia intensiva. Tutti questi bambini hanno superato l’infezione, ovviamente con tempi diversi a seconda dell’entità della stessa, e sono stati dimessi in buone condizioni cliniche.