Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 ottobre 2017. La scelta del 20 maggio non è casuale: coincide con nascita di Anton Janša (1734-1773), che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia. Il paese d’origine dell’apicoltore si è fatto infatti promotore di questa giornata, che vede ogni anno un forte coinvolgimento di istituzioni ed aziende a livello internazionale e nazionale.
Quella delle api è un’estizione silenziosa, che mette però a rischio la biodiversità globale, oltre alla nostra capacità di produrre risorse alimentari in maniera naturale.
Le api e gli altri insetti impollinatori, come vespe, farfalle, falene e coleotteri (oltre 20.000 specie) garantiscono infatti un servizio indispensabile, quello dell’impollinazione, da cui dipende quasi il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore e l’80% delle piante che producono cibo e prodotti per il consumo umano, pari al 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153 miliardi di euro a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa.
Oggi, tuttavia, più del 40% di queste specie è a rischio di estinzione a livello mondiale, soprattutto api selvatiche e farfalle.
Un recente studio condotto nel Regno Unito ha documentato un calo di quasi il 60% nel numero di insetti alati dal 2004.
In Germania, l’abbondanza degli insetti è calata del 78% tra il 2008 e il 2017.
A livello globale, il Living Planet Index calcolato per le farfalle ha mostrato un calo medio del 49% nell’abbondanza delle popolazioni monitorate dal 1990 al 2017.
Ma come si stanno muovendo istituzioni e aziende per far fronte a questa emergenza?
Citiamo tra tutte WWF che, per dare una risposta concreta a questo crollo verticale, promuove il progetto “Diamo una casa alle api”, realizzato grazie alla campagna di raccolta fondi sulla piattaforma ForFunding di Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza degli impollinatori e il loro valore per il nostro capitale naturale, dalla produzione di cibo al valore per le nostre economie. Il progetto mira, inoltre, ad azioni concrete: realizzare e gestire in 20 Oasi WWF su tutto il territorio nazionale delle aree per facilitare la vita a questi importantissimi insetti.
Tra le aziende, una delle più attive è la multinazionale leader del farmaco vegetale, Schwabe Pharma, che per proteggere la biodiversità e gli impollinatori si è affidata a 3Bee, la prima startup volta proprio alla protezione di queste specie a rischio e alla rigenerazione della biodiversità.
Insieme, Schwabe Pharma e 3Bee hanno sviluppato un programma speciale, all’interno del Partner Program Remedy dell’azienda, rivolto al mondo delle erboristerie, che ad oggi ha permesso di proteggere 332.000 api e garantire l’impollinazione di 332.000.000 di fiori.
E se forse la previsione di Albert Einstein, che «se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita», suona estremamente allarmistica, è innegabile che il ronzio delle api sia una delle note chiave della colonna sonora della vita sul pianeta Terra, e che vada preservata ad ogni costo.