Parola alle Aziende

Intervista a: Danila De Stefano

Psicologa e CEO & Founder di Unobravo

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Dott.ssa Danila De Stefano

Psicologa e CEO & Founder di Unobravo

Napoletana, classe 1992. Appena laureata con lode in Psicologia Clinica presso l’Università La Sapienza, Danila De Stefano parte per Londra, dove ricopre per un anno la posizione di research assistant presso la Goldsmiths University e lavora in diverse cliniche psichiatriche e charities. È dalla difficoltà di trovare un aiuto psicologico in lingua madre per sé stessa che Danila ha l’intuizione di creare un servizio di supporto psicologico in vi-deochiamata: nasce così Unobravo. Nel 2021 Danila è stata inserita tra gli under 30 di Forbes Italia nella categoria Healthcare e nel 2022 è stata premiata come “Imprenditore dell’anno” nella categoria startup da EY.

Com’è nato Unobravo?

Sono una psicologa e, come non manco mai di sottolineare, anche noi psicologi ricorriamo al supporto di altri professionisti della salute mentale. Ho avvertito l’esigenza di ricevere un sostegno psicologico in diverse fasi della mia vita, in particolare nel 2017, dopo il mio trasferimento a Londra, al termine della laurea in Psicologia Clinica. Nel Regno Unito, ho lavorato in diverse realtà: dall’università ad alcune cliniche psichiatriche e charities. In particolare, queste ultime avevano ritmi di lavoro molto sostenuti e turni sia diurni che notturni, che rendevano l’esperienza davvero molto intensa e impegnativa. A ciò si aggiungeva il fatto che mi trovavo in una grande metropoli, dove integrarsi e stabilire relazioni personali non era sempre semplice e scontato. In quel particolare frangente, ho sentito la necessità di confrontarmi con un professionista. Tuttavia, ho scoperto che la realtà del mercato rendeva il supporto psicologico un lusso che non potevo permettermi. I costi elevati erano proibitivi per una ragazza al suo primo impiego e le lunghe attese per ottenere un appuntamento non mi avrebbero permesso di ricevere un sostegno in quel momento.

Questa esperienza mi ha portato a interrogarmi su come le altre persone in situazioni simili alla mia affrontassero questa sfida e perché, persino nel 2017, l’accesso al benessere psicologico non fosse alla portata di tutti. Ho, quindi, tempo dopo, iniziato a offrire sedute di terapia online in italiano ad altri expat. La richiesta è cresciuta rapidamente e, dopo alcuni mesi, ho deciso di coinvolgere alcuni colleghi fidati. Insieme a loro, un core team di nove psicologi, ho potuto dare vita a un progetto più ampio e strutturato: Unobravo. Oltre al mio compagno e braccio destro, Gregorio Maria Diodovich, ora COO di Unobravo, gli esordi di questo progetto hanno visto il forte coinvolgimento anche delle colleghe Corena Pezzella e Valeria Fiorenza Perris, oggi rispettivamente HR Clinical Manager e Clinical Director.

Quali sono i suoi punti di forza?

Sicuramente il nostro punto distintivo è la passione per la qualità che abbiamo scelto di offrire a coloro che si rivolgono a Unobravo, sin dal principio. Selezioniamo ciascuno dei nostri terapeuti grazie a un attento programma di recruiting, e li seguiamo con formazioni costanti e intervisioni per essere sicuri di portare il meglio della psicologia nelle case di quante più persone possibili. Abbiamo studiato e implementato il “metodo Unobravo”, elemento che ci contraddistingue e che ci ha permesso di supportare, a oggi, oltre 170.000 pazienti. Io sono una psicologa e, prima di tutto, per me è stato fondamentale prenderci cura del percorso del paziente e del lavoro del terapeuta con l’obiettivo di restituire un servizio che va molto oltre la piattaforma. Non a caso ci chiamiamo Unobravo!

Durante il covid, Unobravo che periodo ha vissuto?

Quando è scoppiata l’emergenza pandemica Unobravo era nata da poco, nell’estate 2019. In quel momento il servizio era pensato per supportare gli italiani all’estero nella propria lingua madre.

Pochissimo tempo dopo tutto il mondo si è ritrovato ad affrontare lunghi periodi di isolamento sociale e questo ha portato sempre più persone a comprendere l’importanza di prendersi cura della propria salute mentale e cercare aiuto quando necessario.

Tanti hanno sperimentato una maggiore ansia, depressione e stress e si è venuto a creare un sentimento diffuso di incertezza verso il futuro. Ciò ha portato a un aumento della consapevolezza sulle risorse disponibili e alla necessità di garantire l’accesso a servizi di sostegno psicologico.

Tutto questo ha fatto sì che Unobravo diventasse “utile” anche a chi non era expat, e quindi agli italiani in lockdown nelle loro case e che avevano necessità di incontrare uno psicologo.

Com’è cresciuto negli anni?

Oggi, a quattro anni dalla fondazione, Unobravo è diventato il primo servizio in Italia di psicologia online: abbiamo supportato già più di 170.000 pazienti e contiamo su un’équipe clinica di oltre 5.000 professionisti. Insomma, abbiamo fatto grandissimi passi avanti, che non potevamo immaginare all’inizio di questo percorso.

Quello che più è cambiato in questi anni è l’approccio di pazienti e professionisti nei confronti dell’online: sebbene la psicologia online esista infatti da decenni, soprattutto negli Stati Uniti, fino all’avvento dell’emergenza pandemica erano davvero pochi in Italia i professionisti che incontravano i pazienti in modalità digitale, oltre che in studio.

Da un’indagine che abbiamo condotto lo scorso anno col supporto dell’istituto di ricerca YouGov è emerso che ben il 59% di coloro che sono attualmente in terapia ha effettuato almeno alcune sedute online. Un numero molto alto, soprattutto se confrontato con il passato, quando coloro che avevano esplorato la modalità online erano solo il 16%. In generale, dallo studio si evince una grande apertura delle persone verso la modalità digitale. Inoltre, il 32% degli intervistati si è detto soddisfatto della terapia online e ritiene che sia equivalente o persino migliore, in termini di qualità ed efficacia dell’esperienza, dei percorsi tradizionali, in presenza.

Offrire le sedute online è oggi pratica sempre più comune tra i professionisti della salute mentale. Optare per questo tipo di setting non rappresenta più una scelta dettata dalla necessità o da circostanze particolari. I vantaggi dello svolgere percorsi di sostegno psicologico da remoto sono innumerevoli. L’online offre maggiore flessibilità e accessibilità, tanto ai pazienti che ai terapeuti. Inoltre, tra i professionisti c’è ora più consapevolezza di poter offrire percorsi di qualità: le sedute online sono realmente efficaci ed è comprovato che la presenza dello schermo non costituisca un impedimento alla creazione dell’alleanza terapeutica.

I nostri utenti si approcciano all’online con naturalezza e fiducia, potendo contare anche sulla continua formazione ad hoc che Unobravo offre ai propri psicologi e psicoterapeuti.

Quali saranno sfide e obiettivi futuri?

L’obiettivo è far crescere sempre più Unobravo rendendola un’azienda capace di dare un concreto contributo nella lotta contro lo stigma che ancora persiste attorno al tema della salute mentale. Sul fronte corporate, un obiettivo primario è il consolidamento della posizione di leadership nel campo della psicologia online in Italia, in parallelo con il potenziamento dei servizi per promuovere il benessere mentale all’interno del mondo delle aziende. Fondamentale è, inoltre, l’internazionalizzazione dell’azienda con lo sviluppo del nostro modello oltre i confini italiani: attualmente siamo già presenti in Spagna e nel 2024 abbiamo in programma di espanderci in due nuovi mercati europei.