La presenza di un occhio strabico fa sorgere al genitore il dubbio che il proprio figlio abbia un problema visivo. Lo stesso se il bambino ha un problema a entrambi gli occhi: è più facile per un genitore accorgersene perché le difficoltà sperimentate dal bambino emergono in modo più chiaro. Ma quando il problema visivo è presente in un solo occhio e l’altro compensa con una buona capacità visiva, è possibile, anzi accade di frequente, che il bambino non mostri alcun sintomo. Si tratta di quella condizione clinica che si indica comunemente con l’espressione «occhio pigro», ma che in termini più specialistici definiamo come ambliopia. In pratica un occhio, anche senza che ci siano problemi organici, funziona solo in parte o non lavora affatto, appoggiandosi all’altro occhio, che di fatto lavora per due.
Un’ambliopia non diagnosticata può seriamente compromettere la qualità della visione, perché è solo quando entrambi gli occhi lavorano contemporaneamente che le immagini ci appaiono tridimensionali e si riescono a valutare proporzioni e distanze. Ci sono piccoli segnali che possono far insospettire il genitore: ad esempio, talvolta si può notare che il bambino tende a tenere la testa un po’ troppo inclinata quando disegna, oppure sbatte frequentemente contro gli stipiti delle porte. Ma in altri casi i sintomi sono vaghi o del tutto inesistenti.
È anche per questo motivo che la visita oculistica a 3 anni è così importante, anche in assenza di sintomi.
In presenza di un difetto visivo, non abbiamo lo stesso risultato sulla vista se iniziamo a correggerlo con un occhiale ai 3, ai 6 o ai 9 anni del nostro bimbo, e le probabilità di successo decrescono con l’aumentare dell’età.
Maggiori informazioni su questo e altri temi nel libro “Gli occhi dei bambini. Guida alla salute visiva dei nostri figli”, Enrica Ferrazzi – Maria A. Stocchino, edizioni Sonda.
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