Definizione ed incidenza del problema
La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle solitamente di carattere cronico e recidivante. Nella sua patogenesi intervengono fattori autoimmunitari, genetici e ambientali. Si riconoscono più forme di psoriasi: la psoriasi pustolosa e forme non pustolose tra cui la psoriasi a placche (circa l’80% delle forme di psoriasi), guttata, inversa ed eritrodermica. Anche se il disturbo può comparire in qualsiasi zona del corpo, in genere si localizza in corrispondenza di gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e parte lombare della schiena, oltre che ai palmi delle mani, alle piante dei piedi e in regione genitale. La malattia si presenta più frequentemente, ma non esclusivamente, sulle superfici estensorie degli arti. La malattia, ad andamento cronico e ricorrente, è variabile nell’estensione dell’interessamento cutaneo. Si va da soggetti affetti da un numero molto limitato di piccole chiazze fino a soggetti con il corpo quasi completamente coperto da lesioni.
Ne soffrono quasi 2 milioni di italiani. Le persone che convivono con la psoriasi devono fare i conti con una malattia che ha un forte impatto sulla qualità della vita, con sintomi fisici come prurito e formicolii, ma anche disturbi a livello psicologico. La psoriasi è causata da una reazione immuno-mediata ed è caratterizzata da lesioni cutanee che possono presentarsi in alcune aree limitate o estendersi su tutto il corpo. Non va però considerata solo come una condizione cutanea, ma una malattia a carattere sistemico che coinvolge diversi organi e apparati, oltre ad avere un forte impatto dal punto di vista psicologico e sociale. Più della metà delle persone con psoriasi convive con altre malattie, come il diabete, alcune patologie cardiache, la depressione e l’artrite psoriasica, un’altra malattia immuno-mediata, che può colpire nel corso della vita circa il 30% delle persone con psoriasi.
La necessità di un approccio sistemico
La comunità scientifica pone crescente attenzione sulla necessità di una visione sistemica nella gestione delle patologie croniche immuno-mediate come la psoriasi, finalizzata al contenimento dei sintomi e all’allungamento dei periodi di remissione a favore del miglioramento della qualità di vita delle persone. Le più recenti evidenze scientifiche confermano il ruolo chiave del microbiota intestinale e soprattutto del cosiddetto asse cervello-intestino-pelle. La connessione tra pelle, intestino e cervello è nota fin dall’antichità, tanto che la medicina orientale, su tutte l’agopuntura, da sempre interpreta i segni e propone una terapia non farmacologica basata sull’attivazione delle rete dei meridiani corporei. Oggi, le indagini sul microbioma umano, confermano l’esistenza di questo dialogo tra ecosistema microbico intestinale e cutaneo in grado di influenzare anche la risposta psicologica. La natura e l’evoluzione della patologia psoriasica necessitano quindi di una gestione che prenda in carico in primis la modulazione immunitaria e del microbiota, per arrivare ad un effetto positivo sui sintomi non solo topici ma anche sistemici, in particolare intestinali e psicologici.
Quale connessione tra salute della pelle e microbiota?
Al recente “Congresso Europeo su Skin Microbiome & Cosmetic” alla domanda chiave “Why do we need to consider the skin microbiota?” Dan Brownell, uno dei moderatori, ha risposto senza lasciare possibilità di replica “Because it’s the skin”. E questo è lo spirito che ha permeato l’intero convegno: abbiamo scoperto una componente fondamentale della nostra pelle e non possiamo più far finta che non ci sia!- afferma il dottor Marco Pignatti dermatologo, autore di numerosi libri e presidente del Congresso di Dermobiotica.
Tra le scoperte più recenti della dermatologia c’è proprio quella del ruolo che i batteri dell’intestino e della pelle hanno nel mantenere la nostra salute e del ruolo della loro disbiosi nella genesi delle malattie. Oggi sappiamo che nelle principali malattie della pelle c’è spesso una profonda alterazione del microbiota cutaneo. In alcuni casi non sappiamo se questa alterazione sia una causa o una conseguenza della malattia ma quello che non possiamo più permetterci di fare è non considerare il possibile danno di ogni nostro intervento, dalla cosmesi alla terapia, sul microbiota commensale che è parte integrante della nostra salute. Anche nei confronti dei batteri commensali della pelle dobbiamo imparare ad applicare la regola ippocratica del “primum non nocere“!
Con la consapevolezza di fornire una soluzione terapeutica efficace e rispettosa del microbiota cutaneo -continua la dr.ssa Heide De Togni direttore scientifico di Schwabe Pharma Italia- si affaccia il nuovo Medicinale tradizionale di origine vegetale ad uso topico a base di Cardiospermum halicacabum, indicato nelle dermatiti e per il prurito di qualsiasi origine, anche come coadiuvante nella sintomatologia del paziente psoriasico, che tende a peggiorare con l’avvento della stagione fredda.
Le dermatiti con prurito ed eczemi negli adulti, negli adolescenti e nei bambini a partire dai 6 anni di età sono il target di questo nuovo farmaco.
Il farmaco vegetale: nuova opportunità terapeutica
Il farmaco vegetale in crema a base di Cardiospermum halicacabum rappresenta una nuova opportunità terapeutica per uso topico capace di rispettare il microbiota cutaneo, come spiega la dr.ssa Heide De Togni, poichèagisce come infiammatorio e antiossidante a livello cutaneo in presenza di dermatite, con sintomi quali prurito, arrossamento, secchezza. Ha inoltre azione riepitelizzante e riparatrice con un ottimale profilo di sicurezza rispetto alla terapia cortisonica e può quindi essere utilizzata anche per periodi prolungati e su zone sensibili come il viso. Non sono note azioni di fotosensibilizzazione e assottigliemento cutaneo. E rappresenta una possibile alternativa quando non è possibile utilizzare prodotti topici a base di cortisone.