La gravidanza è uno sconvolgimento ormonale e fisico che ha un profondo impatto sul corpo delle donne. Le vene varicose sono una delle conseguenze meno visibili ma spesso più imbarazzanti. Anche se spesso compaiono in questo periodo, la loro origine è spesso più complessa di quanto sembri. Il dottor Paul Pittaluga, rinomato chirurgo vascolare, spiega il legame tra le vene varicose e la gravidanza.
Una condizione spesso ereditaria
La gravidanza non crea le vene varicose dal nulla, ma agisce piuttosto come fattore rivelatore. Quando compaiono in questo periodo, in genere è perché c’era già una fragilità venosa sottostante, spesso di origine ereditaria.
Alcune donne sviluppano piccole vene a ragno già prima della gravidanza, a volte senza rendersene conto. Queste vene già fragili possono poi dilatarsi ulteriormente sotto l’effetto dei cambiamenti ormonali.
Un’evoluzione individuale
Le vene varicose possono comparire già alla prima gravidanza… oppure dopo diverse gravidanze, a volte anche diversi anni dopo l’ultima.
Questo fenomeno dipende principalmente da due fattori: la fragilità della parete venosa, spesso ereditaria, e la sensibilità individuale agli ormoni (estrogeni e progesterone).
Più la parete venosa è fragile, maggiore è il rischio che le varici compaiano prima e in modo più marcato durante la vita riproduttiva della donna.
Perché la gravidanza peggiora le vene varicose?
Gli ormoni svolgono un ruolo centrale. Gli estrogeni e il progesterone hanno un effetto vasodilatatore, cioè dilatano le vene. Questi ormoni raggiungono livelli molto elevati durante la gravidanza.
La reazione a questi ormoni varia da donna a donna. Alcune non notano alcun cambiamento, mentre altre sperimentano la comparsa di vene varicose o un aumento del disagio: gambe pesanti, dolore, affaticamento delle vene, macchie rosse o bluastre.
E dopo il parto?
Fortunatamente, non tutte le vene dilatate durante la gravidanza rimangono anormalmente tali.
In alcuni casi, una volta che i livelli ormonali tornano alla normalità, spesso dopo l’allattamento, alcune vene tornano al loro aspetto abituale. Tuttavia, questo non vale per tutte le vene interessate: alcune rimarranno dilatate in modo permanente.
Per questo motivo è essenziale attendere la fine della gravidanza e, se del caso, dell’allattamento prima di prendere in considerazione un trattamento chirurgico o cosmetico delle vene varicose.
Le vene varicose possono essere trattate durante la gravidanza?
Gli interventi chirurgici e i trattamenti di sclerosi sono generalmente controindicati durante la gravidanza.
Tuttavia, esistono diversi modi per alleviare i sintomi:
– Indossare calze compressive adeguate,
– prescrizione di farmaci venotonici, solo sotto controllo medico,
– e, in alcuni casi ad alto rischio, anticoagulanti per prevenire o trattare la flebite, in particolare quella post-partum.
Devo sottopormi a un intervento prima di una gravidanza?
La presenza di vene varicose non preclude la possibilità di una gravidanza. Tuttavia, se una donna soffre già di vene varicose e sta pianificando una gravidanza, ha senso trattarle prima, con alcune precauzioni, la principale delle quali è cercare di preservare la vena safena.
Anche se durante la successiva gravidanza possono comparire nuove varici, il trattamento preventivo permette di limitare i danni eliminando le varici che potrebbero peggiorare, soprattutto con il metodo ASVAL, che preserva la vena safena.
Esiste una relazione stretta – ma non sistematica – tra gravidanza e vene varicose.
La chiave è la prevenzione: cure mediche appropriate, una diagnosi corretta e decisioni informate prima e dopo la gravidanza possono limitare gli effetti negativi sulla salute venosa.
E se c’è una storia familiare di vene varicose, è ancora più importante consultare uno specialista per valutare i rischi e mettere in atto una strategia personalizzata.