Arte e Benessere

ENZO DECARO: artista trasversale si racconta

Investire in sorrisi a tutela della salute.

condividi

Enzo Decaro autore, attore, sceneggiatore, docente ha iniziato con Massimo Troisi e Lello Arena dando vita a sketch memorabili con “La smorfia”. Oggi si alterna tra teatro, cinema, televisione e cattedra con idee sempre nuove e progetti che riscuotono consensi a larga scala.

Impegnato su più fronti dal teatro alla cattedra, ma di cosa Enzo Decaro non potrebbe fare a meno?

Non è tanto importante la funzione, ma il progetto. Si può essere attore, regista, sceneggiatore, ma la cosa principale è il progetto che si vuole realizzare e se si ha la fortuna o “disgrazia” di saper fare più cose è fondamentale individuare il ruolo che meglio si adatta al servizio del progetto.

Non sono mancate apparizioni al pianoforte o a cantare Pino Daniele e ricordare Carosone. Possiamo quindi dire che è anche musicista e cantante?

Certo, infatti provengo dal mondo della musica, il teatro doveva essere solo una parentesi, poi invece è accaduto l’inverso.

Al momento è in tour teatrale?

Sì, sono impegnato per il terzo anno in teatro con “Non è vero ma ci credo” un classico di Peppino De Filippo che risale all’epoca dei tre fratelli De Filippo, momento creativamente più alto per loro. Sarò in giro nei teatri italiani fino alla fine di aprile.

Il 19 febbraio il suo amico Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni, per l’occasione lei e Lello Arena, con il supporto del Comune di Napoli, avete messo in atto un progetto “CIOE” per giovani talenti. In una sua intervista di qualche tempo fa mi ha colpito sentirla affermare che ancora oggi prima di talune decisioni è come se dialogasse con Massimo, ecco cosa gli direbbe di questo progetto?

Tra le tante celebrazioni succedutesi per i 70 anni di Massimo, questa è stata una delle iniziative più belle, messa in campo dal Comune di Napoli su iniziativa di Lello Arena. Ho aderito subito perché mi piace molto l’idea che un’istituzione può essere a servizio di qualcosa di pratico, come la formazione e forse, a mia memoria, è la prima volta che un’istituzione mette in campo borse di studio per una formazione di carattere artistico. Questa iniziativa è in sintonia con i nostri inizi con Massimo, anche se i tempi sono cambiati, infatti, le difficoltà a trovare il proprio spazio e realizzare quello in cui si crede sono sempre molte ed avere quindi un supporto del Comune è una splendida occasione nella speranza che altre istituzioni decidano di fare altrettanto.

Nella sua carriera ha incontrato e lavorato con tante donne come Mina, che ha portato il trio della smorfia alla Bussola di Viareggio, Sofia Loren, Sabrina Ferilli, Veronica Pivetti solo per citarne alcune, con chi ha instaurato un rapporto anche di amicizia che è andato oltre l’impegno lavorativo?

Ho avuto la fortuna di lavorare con delle partner, collaboratrici di scene, divenute complici e sicuramente i tanti anni passati con Veronica Pivetti sul set di “Provaci ancora prof” hanno lasciato una forte sintonia, amicizia ed affetto personale anche perché altrimenti sarebbe stato difficile reggere 15 anni insieme. Bellissimo anche l’incontro con Sofia Loren che è proseguito con una bella e sincera amicizia.

Tra le sue performance c’è stato un cortometraggio avente ad oggetto l’ipoglicemia. Quanto secondo lei possano essere importanti “pillole” cinematografiche per avvicinare al mondo della salute e ad alcune sue tematiche particolari?

I cortometraggi li ho fatti volentieri, ma sempre con una finalità ben precisa, perché deve sempre avere un focus abbastanza rapido. In 15-20 minuti devi esprimere tutto e quindi la possibilità di parlare con un cortometraggio di un problema di salute è un ottimo strumento di diffusione, una modalità più leggera. Forse tra i tanti spot più riusciti di comunicazione sociale sicuramente i corti e cortissimi hanno una capacità di penetrazione più forte rispetto agli altri. Anche il cinema e la televisione hanno un po’ questo compito, ma i luoghi educativi e di esplorazione alla tematica della salute sono soprattutto la scuola, la famiglia. Naturalmente se si riesce ad unire il divertimento con una  buona finalità è sempre un’operazione ben riuscita.

Tra pochi giorni ricorrerà un altro compleanno importante di un suo grande amico che ci ha lasciato troppo presto, parlo di Pino Daniele. Ha dichiarato che spesso il suo essere un grande musicista ha quasi messo in secondo piano le parole delle sue canzoni, iniziando così un lavoro di “recupero”dei testi per sottolineare il loro potenziale poetico.

Pino non è stato solo un grande musicista, ma le parole e pensieri di Pino andrebbero riscoperti e magari nel tempo anche studiati per la loro profondità. Il 19 marzo è il compleanno di Pino Daniele e va sempre festeggiato, anche se non c’è più, anzi forse va festeggiato ancora di più perché ci ha lasciato cose importanti che vanno tramandate.

Per concludere sorridere quanto aiuta e può aiutare a stare bene?

Aiuta senz’altro, proprio pochi giorni fa ho letto che superare le tre risate al giorno aiuta la salute tra cui la pressione sanguigna. Quindi investire in sorrisi da fare e ricevere rappresenta un investimento ragguardevole per guadagnarne in salute.