La devianza minorile nelle sue infinite sfaccettature continua quotidianamente a mietere vittime fisiche e psicologiche ed in realtà gli stessi autori di reati sono “vittime” del disagio che vivono e che evidentemente nessuno ad oggi è riuscito a cogliere.
Nell’ambito del bullismo e cyber-bullismo si registrano ogni giorno diversi casi come dimostrano i dati in costante aumento e su questa scia il prossimo 15 novembre a Napoli si firmerà l’accordo per un Progetto Pilota del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità rivolto a ragazzi e genitori “Progetto pilota per la prevenzione dei reati commessi in rete ed emersione delle vittime della rete”.
Il Direttore Generale del Dipartimento Alessandro Buccino Grimaldi ha spiegato: “La scelta della città pilota è ricaduta su Napoli perché il DGMC ha individuato un territorio in cui, anche per esperienze già realizzate, fossero presenti risorse che consentivano l’avio di una sperimentazione garantendone il raggiungimento degli obiettivi. Infatti in precedenti esperienze progettuali relative al medesimo tema e realizzate dal Dipartimento su scala nazionale, nella città di Napoli si è registrata una significativa adesione dei giovani, sia sul piano quantitativo sia su quello del coinvolgimento personale verso i temi proposti (si fa riferimento al Progetto il patentino digitale nella Giustizia Minorile). Inoltre nel territorio cittadino operano numerose associazioni del privato sociale, di cui molte già in rete con i Servizi della giustizia minorile, che sono parte importante della rete su cui il progetto dovrà poggiare ed infine, ma presupposto necessario per il buon esito dell’iniziativa, esiste un consolidato e proficuo rapporto di collaborazione tra i Servizi della Giustizia minorile e quelli dell’Ente locale”.
La cooperazione tra le varie parti è un aspetto fondamentale come sostiene da sempre il consigliere della Quinta Municipalità Paolo Pace (PER le persone e la Comunità) che ha dichiarato “è fondamentale il lavoro in sinergia di tutte le parti interessate a partire dalle Istituzioni, la scuola, gli enti del Terzo settore, solo così possiamo ottenere importanti risultati. Sono felice che nella fase iniziale del progetto sia presente proprio la Municipalità per la quale mi adopero nell’ambito della devianza minorile con la delega Osservatorio alle politiche di contrasto alle devianze minorile e la delega al patto educativo. Inoltre ritengo si possano ottenere davvero importanti risultati coinvolgendo direttamente le parti vittime ed autori di questo tipo di reati. Plauso va al Dipartimento della giustizia minorile che avendo i dati della situazione nazionale ha pensato e finanziato questo progetto, consapevole che la prevenzione, intesa nel suo carattere trasversale e multidisciplinare, richiede la sinergia e il coordinamento di più soggetti”.
Il Progetto pilota infatti si attua in partenariato con il Comune di Napoli, il Tribunale per i Minorenni di Napoli, la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, l’Istituto scolastico Cesare Pavese Nazareth, il Centro Operativo per la sicurezza Cibernetica della polizia di Stato, la Fondazione Rut e la Fondazione don Calabria per il sociale.
Il progetto, che ha una durata triennale, si pone tra gli obiettivi quello di educare giovani e genitori all’uso corretto degli strumenti informatici e sensibilizzare sui danni che si possono arrecare alle vittime della rete. Il Direttore Grimaldi ha dichiarato che sono 4 le fasi del Progetto: formazione dei facilitatori, incontri nelle scuole e con i giovani del territorio, incontri con i genitori. “Al fine di favorire la responsabilizzazione sull’uso corretto della rete e la sensibilizzazione verso le vittime della stessa, oltre a far emergere eventuali vittime inconsapevoli della rete, sono previsti incontri di discussione, con la supervisione di esperti, promossi da un gruppo di altri giovani – facilitatori – che sono stati preventivamente formati sulla materia e incoraggiano riflessioni di auto-responsabilizzazione sull’uso del web e dei social. Tra i facilitatori vi sono anche giovani autori di reato che stanno realizzando programmi di recupero sociale ed educativo. Essi diventano portatori di legalità verso i loro coetanei rafforzando l’efficacia dell’intervento e del concetto stesso di legalità. Agli incontri è prevista anche la presenza di rappresentanti delle Istituzioni che, per proprio ruolo professionale, intercettano le conseguenze dell’uso distorto della rete (Magistrati, Forze dell’ordine ecc.). Per ciò che riguarda i genitori, invece, partecipano ad incontri con esperti per facilitare la capacità di dialogo in famiglia e la messa in atto di azioni educative e regolative per prevenire condotte a rischio e derive devianti dei comportamenti in rete” ha spiegato il direttore Grimaldi.
Con la speranza che questa ed altre iniziative possano essere un importante aiuto anticipiamo la nostra presenza alla firma del protocollo il prossimo 15 novembre.